Normalmente sentiamo parlare di “tumori cerebrali” al plurale: infatti nel bambino il tumore al cervello non è solo uno ma sono tanti, diversi fra loro e dipendono dal tipo di crescita, dalla malignità, dalla zona del cervello in cui si sviluppano. I tumori cerebrali nel bambino sono insidiosi, vengono spesso scoperti solo a seguito di mal di testa mattutini, vomito, stanchezza, una regressione intellettuale e motoria, sintomi, questi, diluiti nel tempo e spesso ingannevoli.
Perché hanno una frequenza elevata: sono i secondi dopo le leucemie.
Perché in molti casi le terapie adottate non permettono di salvare il piccolo paziente.
Perché non è possibile usare terapie risolutive per molti tumori cerebrali del bambino: è abbastanza facile comprendere come la sede in cui si sviluppano questi tumori sia delicatissima; ogni intervento al cervello può danneggiare in modo irreparabile le cellule sane (del cervello stesso) con gravi conseguenze.
Perché si conosce poco riguardo alle alterazioni genetiche dei tumori cerebrali del bambino.
Perché la ricerca scientifica è l’unica reale speranza di vita per i bambini ammalati.
Nasce dal desiderio di contribuire al progredire della ricerca scientifica sui tumori cerebrali pediatrici, con l’obiettivo primario di individuare nuove terapie e cure efficaci per i bambini ammalati, così come l'Associazione Neuroblastoma ha fatto e continua a fare, sul Neuroblastoma (tumore maligno dell'età pediatrica).
Il ‘Progetto Pensiero’ nasce nel 2008 dalla esigenza di offrire alla comunità scientifica informazioni e strumenti per ridurre le discrepanze diagnostiche, cioè quelle che determinano una modifica della terapia al piccolo paziente.
La percentuale di tale discrepanze è passata dal 35% iniziale allo 0,1% odierno.
Ciò è stato possibile grazie alla centralizzazione istopatologica dei casi di tumore pediatrico del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
La sinergia e collaborazione fra centri di cura di eccellenza quali l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, il Santobono di Napoli, l’Ospedale Meyer di Firenze, l’Ospedale di Bellaria, la Città delle Scienze e della Salute di Torino, l’Istituto Gaslini di Genova, l’Ospedale Besta di Milano, e altri, con il coordinamento fino al 2022 del prof. Giangaspero dell’Università La Sapienza di Roma, hanno consentito la redazione e ampliamento del registro dei tumori del SNC, nonché l’aggiornamento della banca biologica “virtuale” che rappresenta circa il 32,5% (884/2723) dei casi centralizzati di cui si ha materiale biologico a disposizione per studi di base e traslazionali.
Ogni anno vengono arruolati circa 240 nuovi casi in media.